lunedì 24 febbraio 2014

Equilibrio

Ho imparato che se prima non ami te stessa è impossibile riuscire ad amare qualcun altro.
Che l'amore è ciò che rende la vita meravigliosamente bella e che non di deve limitare il concetto alla sola coppia ma bisogna amare dapprima la vita, e poi giu di li tutto ciò che ne deriva
Ho preso decisioni che oggi con una consapevolezza diversa trovo sciocche, altre invece che rifarei daccapo.
Ho compreso che non importa quanto tu aiuti gli altri, non avrai mai in cambio tutto ciò che hai dato. La ruota quando gira, lo fa lentamente e bisogna aspettare, avere pazienza e sopportare.
Ho guardato il mondo da un altra prospettiva, ho guardato la vita come solo io riesco a fare e mi sono sentita un po speciale. 
Ho sentito emozioni far tremare la terra sotto i piedi, l'ansia invadere il mio corpo, il malessere la mia testa. 
Ho combattuto i miei mali, i miei demoni, la negatività. Ho fatto pulizia, di cibo, cose e persone che mi facevano star male, Ho tenuto il meglio.
Ho trovato il mio equilibrio. 
Ho imparato a volare da sola.

domenica 23 febbraio 2014

venerdì 21 febbraio 2014

Second possibility

Un tempo la gente era convinta che quando qualcuno moriva, un corvo portava la sua anima nella terra dei morti; a volte però, accadevano cose talmente orribili, tristi e dolorose che l'anima non poteva riposare. Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.

The Crow



500 giorni(insieme)

Scherzi a parte, sai cosa sogno qualche volta? Di volare. Comincia come una corsa a perdifiato e allungo il passo sempre di più. Intanto il terreno sotto di me diventa sassoso e ripido e ad un certo punto vado così veloce che non tocco nemmeno più terra. Galleggio nell'aria ed è bellissimo, bellissimo. Mi sento libera e al sicuro. Poi tutto d'un tratto mi rendo conto che sono completamente sola. E lì mi sveglio.

martedì 18 febbraio 2014

Alice e Marco

"puoi ascoltarmi solo 5 minuti?" Alice non aveva altre pretese, voleva solo che lui la ascoltasse. Che capisse cosa lei voleva. Ma a Marco non importava, non le fregava nulla di lei, la trattava come l'ultima ruota del carro e non le dava nemmeno il giusto peso. Lei, invece folgorata dall'amore che provava per lui era sempre li, sempre a dire " non va bene, aggiustiamola" ma quando manca un pezzo è impossibile aggiustare qualcosa.
Alice era la tipica ragazza che lottava per gli altri ma mai per se stessa, lei si metteva in secondo piano senza che ce ne fosse una reale necessità. Provava piacere nel vedere gli altri compiaciuti, ma lei nemmeno sapeva che sapore avesse la felicità. 
Un giorno Alice era con Claudia, passeggiavano per il centro di Roma nel periodo degli sconti, l'unico periodo in cui potessero permettersi lo shopping a via del Corso. Quel giorno crollò il mondo di Alice, vide Marco che baciava un'altra, e quell'altra lei sapeva benissimo chi era, una collega, si chiamava Lucia. Come un fulmine a ciel sereno la cosa colpi Alice fino a farle tremare le gambe,fino a farle bloccare il respiro.
 La sua reazione fu quella di andar via, come se fuggire da quel posto fosse un po fuggire dal tradimento di Marco.Lui, l'uomo della sua vita, quello per cui aveva cambiato città, lavoro e amici, l'aveva tradita. 
Marco tornò a casa, posò la valigetta sul divano come era solito fare tutte le sere, andò in cucina e vide che non c'era nulla di pronto, nemmeno la tavola era apparecchiata. Salì in camera, Alice era seduta ai piedi del letto e fissava il pavimento, respirava profondamente e nonostante la presenza di Marco fosse ingobrante lei continuava a guardare fisso senza distogliere lo sguardo nemmeno un secondo. 
"che c'è Ali?" , la chiamava ali solo quando era preoccupato per lei o mentre facevano l'amore, in tutti gli altri momenti lei era solo Alice. Le scappò una lacrima, poi inventò una scusa e andò a preparare la cena come se non fosse accaduto nulla. 
Marco non si pose grandi interrogativi, Alice covava rabbia e rancore nei suoi confronti ma continuò a cucinare.
Era quell'indifferenza che la infastidiva, che la rendeva ancora più fragile di quanto già non fosse, era tutto quell'insieme di ansia e frustrazione in cui da anni viveva e che aveva represso che veniva fuori all'impazzata.
Dopo cena Marco si sdraiò sul divano a guardare la partita in replica e Alice tornò in camera da letto. 
"una pillola?forse meglio due..." pensò Alice, si sentiva male, e le pillole le prese tutte. Si mise a letto e pregò,da bambina la madre le faceva fare una preghiera prima di andare a dormire e si sentì di nuovo quella sensazione di dovere verso Dio. " Ti prego Dio, finiamola qui".
Marco salì in camera da letto, Alice era nel letto sotto le coperte che dormiva, lui si sdraiò accanto a lei e si addormentò.
Al mattino Marco si alzò presto e chiamò ripetutamente Alice. Alice dormiva, per sempre. Trovò la boccetta vuota delle pillole sul comodino.
Non un biglietto, ne una spiegazione, nemmeno un'addio. Solo una lacrima scappata via per un nomignolo che era l'unico gesto d'amore che ormai Marco aveva per lei. Aveva preferito un'altra, e Alice una soluzione più stupida.

lunedì 17 febbraio 2014

Alla fine ci si ritrova stanchi, dopo una giornata intensa, ci si stanca di guardare sempre nella stessa direzione, di aspettare qualcuno che non arriva, di essere schiavi di qualche passione. Ecco sta li la svolta, il passo successivo, la voglia di seguire se stessi lasciando per perdere tutti gli altri, perchè se c'è una cosa che a mie spese ho imparato è che chi vuole essereci c'è sempre a dispetto del tempo degli impegni  e della distanza a dispetto di tutto.

domenica 16 febbraio 2014

Odio gli indifferenti, quelli smidollati, quelli senza coraggio, quelli che non prendono posizione, gli opportunisti, gli egocentrici e quelli che non cambiano mai idea. Sarà questo il motivo per cui sono single?

venerdì 14 febbraio 2014

Lisa e Andrea

Lisa con Andrea non ci vuole stare più. Almeno così dice. Parla di lui con tutti i difetti del mondo,come se non facesse per lei. Parla,parla e a volte straparla... Ma quando Andrea la chiama o le dice che tra loro non va più allora lei prende e fa tutto il contrario, ha paura che se ne vada anche lui esattamente come tutti gli altri... Ha più paura della sofferenza in se che di quella che potrebbe avere realmente.
Oggi è SanValentino e Andrea aspetta Lisa sotto casa, con un enorme mazzo di fiori ma non la ama più, almeno così dice,  parla con gli amici e confida loro di non poterne più di lei e delle sue mille paranoie, ma Andrea è li. Un motivo sarà.
Si è l'emulazione, Andrea e Lisa non stanno insieme perché sono innamorati o si amano, stanno assieme perché non riescono a star soli. 
Sono lo specchio di una generazione che non sa stare sola, che ha bisogno del perenne contatto della rete. 
Andrea e Lisa alla fine si sono lasciati con tutti o drammi che ne sono scaturiti. Ma perché lui aveva un'altra che ha fatto un casino. 
Fine. 
Non fatevi ingannare dalle apparenze, non sono fiori o dichiarazioni scopiazzate a descrivere o a raccontare d'Amore.
Quello ,come dice Fabio, con la A maiuscola.

giovedì 13 febbraio 2014

"prendi il mostro e dagli un colore"

Era Vienna, tu questa storia non la sai... A dir la verità forse non la sa nessuno.
Era Vienna che prendeva il mostro, lo trasformava attraverso quel misto di oscuro e nuovo e meraviglioso che ne trovi dentro. Non è New York, non ci sono mai stata a New York ma Vienna non è un meltingpot così ampio e vario. C'è il kebab e la catena VaPiano oppure lo Starbucks e il Mcdonalds... Sa un po di mix ma c'è l'essenza anche li. E' un mostro colorato, non troppo grande, ma furbo, ecco difficile da sconfiggere, ma non impossibile. E la storia di Vienna non la sa nessuno, e non credo ci sia poi molto da raccontare..
Se è vero che ogni viaggio lascia qualcosa, allora quello ha lasciato con se la debolezza, è stato il cambiamento, nel bene e nel male quel che ci voleva per capire bene come si è.
Un viaggio mette in moto un po tutto, emozioni, corpo,anima e pensieri.....
Ho imparato una cosa fondamentale, " prendi il mostro e dagli un colore" non è un caso. 
Ci credo poco al Caso, sono più credente nel Caos.
Ho dipinto Vienna come l'arcobaleno, è un esperienza con le sue sfumature.

martedì 11 febbraio 2014

Luca e Claudia

E Luca lo sapeva che non sarebbe tornata indietro sui suoi passi, non quella volta, non dinuovo.
Claudia era sempre stata il suo punto fermo, sempre li pronta in ogni momento, e proprio per questo motivo non si era mai curato della sua presenza, non gli aveva mai dato la giusta importanza. 
Pure quando, dopo anni di matrimonio, lei decise di andare via, lui non si era preoccupato, sapeva che sarebbe tornata. Claudia aveva conosciuto Gianni in viaggio a  Parigi quando aveva deciso di mollare il marito perchè credeva nell'amore dei suoi amati libri. Gianni le sconvolse la vita, rapendola da quella che era la sua vecchia vita per farla sentire viva, farla sentire per la prima volta diversa da quella che credeva di essere. Più che nel sesso, il vero tradimento di Claudia era verso il modello di donna che sempre era stata, non solo agli occhi di suo marito ma soprattutto verso se stessa. E quando tornò indietro, presa dai mille sensi di colpa ,tornò a vivere la vita di prima con il marito come se niente fosse mai accaduto e di Gianni non seppe più nulla.
Lui la vide entrare dal vialetto e tornò a sedersi sulla sua poltrona, erano vecchi a 30 anni, lei entrò in casa posò la valigia sul pavimento e come se avesse messo in pausa prima di partire senza che i due si disserò niente ripreserò le loro abitudini di sempre. Claudia era tornata, tornava sempre.
 Ma quella volta lui lo sapeva che non sarebbe stato uguale, che era la fine.
Si erano conosciuti quando ancora erano piccoli e non facevano differenza tra amicizia e amore, erano stati dapprima grandi amici poi, fidanzati, dopo marito e moglie concentrandosi poco sul guardare oltre il loro porticato, oltre il loro paese lontano dalla città. Erano cresciuti così, e credevano entrambi che quella era la felicità, quella era la cosa giusta alla quale erano entrambi destinati. 
Avevano sopportato tutto insieme, non vissuto, era un sopportarsi una quasi costrizione alla quale ormai ne la società ne loro volevano abituarsi. Claudia aveva preso in pugno la situazione, con la forza immane di chi non ne può più, e dentro lei si scatenò come una rivoluzione. Un giorno di primavera, esattamente il 4 Aprile, il giorno del loro anniversario, il 7 anno di matrimonio, Claudia era sveglia dal mattino presto, aveva preparato valigie e scatoloni, aveva detto basta. Aveva messo una fine. Luca la guardò con gli occhi ancora stropicciati dal sonno e senza dire nulla le fece un cenno con la testa, lo aveva capito anche lui che non andava più, erano più fratelli, erano anni che non sfiorava il corpo di sua moglie e che tra loro non c'era più neanche amicizia, erano quei fratelli che non si dicono nulla, che sanno di esserci l'uno per l'altro ma si odiano per la costrizione alla convivenza. 
Claudia se ne andò, non perchè Luca non era un marito attento o perchè le facesse mancare qualcosa, se ne andò perchè ne lei e ne Luca in realtà c'erano mai stati. Da quel momento iniziarono a vivere, prima la separazione poi il divorzio e giu tutto il resto. Vendettero la casa e partirono ognuno per la propria strada.
Il 4 aprile di qualche anno dopo quasi per caso, in una strada di Londra, a kilometri di distanza da dov'erano cresciuti si scontrarono davanti alla vetrina di Harrods che ogni anno nel periodo di pasqua veniva  addobbata in maniera memorabile. Luca e Claudia si scontrarono senza salutarsi, si guardarono in volto e non si riconobbero, non lo fecero perchè non si erano mai visti, ed è impossibile riconoscere qualcuno che non si è mai consciuto.



mercoledì 5 febbraio 2014


E forse la strada è sempre la stessa, forse non c'è più di che meravigliarsi. 
Ma chi ce l ha la forza di un albero?

Voglio che sia ciò che di più sensato non c'è

Voglio che questo sia ciò che più sensato non c'è.
Voglio che sia un attimo di respiro sopra l'incombenza della confusione
passi in silenzio, una tazza di te a mezzanotte.
Voglio la mia solitudine, il mio silenzio e lo rubo nella notte.
Ho la chiarezza, come un dipinto restaurato che da anni non vedeva il suo splendore
Vedo la luce nel mezzo della notte. Vedo il senso di mezzanotte

Voglio che questo sia ciò che di più sensato non c'è
E non è Goethe ne Bach, nessuno ad ispirarmi se non la vita stessa
non sono persone ormai lontane, ne quelle vicine.
E' la vita, che si sente a mezzanotte, tra la luce soffusa di una candela rossa
Ed il calore a me non è umano, ne un uomo dorme al mio fianco,
è artificiale, meccanico e sicuro ma meno confortante.

Voglio che sia ciò che di più sensato non c'è
guardarmi dentro e vedermi così, felice e leggera.
volermi bene forse per la prima volta sul serio.
Voglio me, e la mia felicità indipendente.
voglio me e la mia felicità oltretutto

Voglio che sia ciò che di più sensato non c'è
meravigliarsi ogni giorno come la prima volta di un gabbiano che vola
guardare la maestosità degli alberi e il pane che lievita.
scrivere di ciò che amo odio o provoca una qualsiasi passione ed emozione
voglio musica,nelle orecchie e nell'aria.

Voglio che sia ciò che di più sensato non c'è
L'amore in tutte le sue forme. Che sia sempre amore e mai odio
Che siano sempre gioie e mai dolori,
Voglio che sia ciò che di più sensato non c'è