Gregor una mattina si sveglia e non sa più chi è, è diverso, non si riconosce più.
Il racconto di Kafka inizia più o meno così, mettendo in evidenza una situazione di cambiamento nel quale il protagonista del libro si ritrova suo malgrado.
L'elemento narrativo che prevale secondo la visione critica è quello del surreale, poiché Gregor non è più un uomo, ma un insetto, e tutto il racconto prosegue sulla fase di accettazione e adeguamento della sua nuova condizione.
La nuova condizione di Gregor però non è una novità, è parte della vita di ognuno di noi, a tutti capita di svegliarsi un giorno e scoprirsi diversi, magari totalmente diversi da ciò che si credeva di essere, e succede che si ha paura.
Quello che capita al protagonista è una presa di coscienza, una lotta all'accettazione di un nuovo modo di essere, che però a causa della condanna sociale non riesce ad essere accettato da Gregor, il quale preda del senso dell'angoscia, che ritorna innumerevoli volte, decide di morire.
Il fatto che Gregor muoia un po per volta non è certamente un caso, secondo la mia lettura, poiché è quello che facciamo un po tutti, adeguandoci, lasciamo che la vita ci passi addosso, restiamo impotenti davanti ad essa, inermi, come se non avessimo le armi per combattere, per lottare per noi stessi, per la nostra natura.
E Gregor non lotta, Gregor resta a casa, vittima delle paure degli altri, vittima della sua paura di essere diverso. Gregor è quella parte di noi che si ferma davanti al giudizio degli altri, che non è in grado di fare un salto di qualità nella propria vita, che non si riscatta per paura della solitudine.
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